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venerdì 19 giugno 2015

La scuola del deserto

Mosè, Elia e Paolo sono stati formati da Dio nel deserto. Gesù stesso prima di iniziare il suo ministero ha trascorso 40 giorni nel deserto. Il deserto non è un incidente di percorso, ma per Dio è all'ordine del giorno, è la scuola di Dio. È Dio stesso che ci iscrive in questa scuola.
Il deserto è dove Dio opera in noi prima di usarci per la sua opera. Dio ci prova non per esaltarci, ma per umiliarci.
Questa è una scuola dove tutti i riflettori della fama si spengono e si comincia a dipendere interamente ed esclusivamente dalla grazia di Dio, non dalle nostre forze ma dal potere di Dio.
Evidenziamo qui tre importanti verità:
1. Nella scuola del deserto apprendiamo che Dio è più interessato a ciò che siamo non a quello che facciamo. Dio ci conduce nel deserto per parlare al nostro cuore. Nel deserto ci umilia non per farci male ma per sanarci. Nel deserto, Dio opera in noi prima di usarci per Lui, per dimostrare che Lui è più interessato alla nostra vita che al nostro lavoro. La nostra massima priorità è quella di fare il lavoro di Dio, ma per Dio non c'è opera senza fede.
Quando Gesù chiamò i dodici apostoli, li nominò per seguirlo; solo dopo li mandò a predicare.
2. Nella scuola del deserto impariamo a dipendere più da chi ci dà, che da quello che ci viene dato.
In 1Re 17, quando il profeta Elia fu inviato nel deserto, bevve dal torrente e alimentato dai corvi. Era Dio che provvedeva a lui e non lui a se stesso. Dio ci conduce nel deserto per mostrarci che non dipendiamo più dalle nostre risorse ma dalle sue. Dio sa bene dove siamo e dove andiamo e cosa facciamo e quando le nostre fonti si esauriscono la sua ricchezza non cessa mai di scorrere.
3. Nella scuola del deserto apprendiamo che gli insegnamenti di Dio hanno il proposito di farci fare una grande opera. Tutte le persone che sono state addestrate da Dio nel deserto sono state molto usate da Dio, più è intensa l'esperienza più si è usati.
Mosè è stato addestrato da Dio per quarant'anni nel deserto, e ha potuto liberare Israele dalla schiavitù e portare questo popolo verso la terra promessa.
Elia fu nel deserto, e potette affrontare con galanteria, la rabbia del re malvagio Acab e riportare la nazione, separata, alla presenza di Dio.
Paolo trascorse tre anni nel deserto, e fu preparato da Dio per essere il più grande apostolo della cristianità.
Quando Dio ci conduce nel deserto è per istruirci per poi usarci con grazia e potenza nella sua opera. Non dobbiamo avere paura del deserto, Dio non vuole la nostra sofferenza, le prove ci sono per il grande disegno della nostra vita. La scuola del deserto è intensa e molto impegnativa. Ma coloro che la provano vengono sfruttati e molto usati da Dio!

mercoledì 13 novembre 2013

Introduzione al Deteronomio

Il suo nome deriva dalla traduzione greca dei Settanta Deuteronomion, che significa "seconda legge" o "legge ripetuta", il libro contiene i discorsi di Mosè diretti al popolo, prima di entrare nella Terra Promessa. Il titolo è comprovato dalle parole del cap. 17 e 18, e l'inclusione della "legge" nei cap. 5 e 26, relativi alla vita religiosa, sociale e civile del popolo.
In contrasto con i precetti minuziosi narrati nell'Esodo, Levitico e Numeri riguardanti il culto nel tabernacolo e altre questioni relative alla formazione dei sacerdoti e dei leviti , le parole del Deuteronomio sono rivolte a tutti i membri della congregazione. In termini di facile comprensione questo libro annuncia a tutti gli israeliti che Dio è buono.
Nel Deteronomio i discorsi di Mosè sono spiegati in dettaglio sul tempo e nei luoghi (1.1-5, 3.29, 4.46, 29.1). Questi discorsi sono stati diretti alla folla riunita nel paese montagnoso di Moab, sullo sfondo dei campi verdeggianti e pascoli in lontananza della pianura del Giordano. Doveva essere un viaggio di 11 giorni da Horeb (1.2), ma i figli d'Israele vagarono nel deserto per 40 anni (1.3) sforzandosi di aprire una strada ad est del Giordano, il territorio ora occupato dalle tribù di Ruben, Gad e la mezza tribù di Manasse. In uno dei periodi più critici della loro storia, hanno dovuto confrontarsi con nuovi e terrificanti nemici ed essere soggetti a dure prove, ora sotto la direzione di un nuovo capo. Mosè, messo in guardia da Dio della sua morte vicina, radunò il popolo per ricordargli delle grazie del Signore, lo incoraggiò nella fede e nell'obbedienza, mettendolo in guardia contro l'idolatria di falsi dei, lo consigliò di fuggire dal peccato ed infine in un finale commovente diede una benedizione d'addio. Prima, però, ripete il Decalogo che aveva ricevuto "attraverso il fuoco" (5.4) ed espone il suo significato (capitoli 5-11). Poi riassume le leggi ricevute più volte, alcune risalenti al tempo dei patriarchi, rivelatasi durante il soggiorno in Horeb ed altre ancora dettate dal Signore, di volta in volta, per adattarsi alle diverse situazioni ma ora con un nuovo volto prima di entrare nella Terra Promessa. La migliore sintesi di queste leggi le troviamo poi in Luca 10.27-28.

martedì 8 ottobre 2013

Introduzione a Numeri

E' stata la traduzione greca che ha dato il nome a questo libro, anche se non riassume il suo contenuto, a parte i capitoli 1 e 26.
Mosè non diede un titolo esatto a questo libro e successivamente i lettori diedero questo titolo non conoscendo profondamente il contenuto, a differenza degli altri libri del Pentateuco che i propri titoli rivelano i loro contenuti. I titoli originali ebraici sono presentati come la prima o le prime due parole dei libri e anche in questo caso non sempre è sufficiente per farsi un'idea completa del contenuto, la parola ebraica bemidhbar (quinta parola del libro), che significa "nel deserto", riassume perfettamente il significato di questo libro.
Come suggerisce il titolo ebraico, il libro descrive il viaggio degli Israeliti attraverso il deserto. L'Esodo racconta la partenza dall'Egitto e il viaggio al Sinai, Giosuè racconta l'ingresso nella terra promessa e nei Numeri si descrive il lungo cammino dal Sinai verso la terra di Canaan.
In ogni caso, per il cristiano, questo libro, è di fondamentale importanza, come il popolo eletto, il cristiano è stato liberato dall'Egitto, cioè la schiavitù e l'oppressione, e rinascere con il sacrificio sul Calvario, proprio come gli Israeliti sono stati salvati dal potere supremo di Dio, a Pasqua, quando ci fu la partenza dall'Egitto, come il popolo eletto, il cristiano attende il compimento delle promesse di Dio, i cristiani sono come pellegrini e forestieri attraverso il deserto di questo mondo, prima di entrare nella terra promessa del Paradiso, (1Pietro 2.11, Ebrei 11.8-16; 12.1).
Per lo studio di questo libro possiamo considerare tre motivi fondamentali: in primo luogo ci fa conoscere i rapporti di Dio con Israele nei periodi più critici della sua storia e ci permette di sondare la bontà e la misericordia di Dio durante i quaranta anni di questo lungo viaggio attraverso il deserto, in secondo luogo ci dà la possibilità di capire molti dei riferimenti alla sua storia e le sue leggi che appaiono in altri libri della Bibbia, infine, è un libro ricco di insegnamenti spirituali per i cristiani, la cui situazione in questo mondo corrisponde esattamente agli israeliti nel deserto, questa ricchezza che si manifesta attraverso una serie di consigli che guidano la vita cristiana di fronte a pericoli interni ed esterni che a volte deve affrontare.
Il libro dei Numeri, può essere considerato sotto tre aspetti: storico, giuridico e statistico, come noi consideriamo la narrazione dei fatti, le leggi per conformarsi con il popolo israeliano e, infine, il regolamento che servì solo per la guida durante il viaggio.
Nella prima parte del Vecchio Testamento è facile verificare che l'attenzione cade sugli aspetti storici, senza capirne il valore e la portata di queste narrazioni che non sono solo statistiche.
Queste narrazioni sono state e sono molto importanti ma possono dare al lettore un'idea falsa se non si ha un quadro esatto di tutto il contenuto del libro, è pertanto opportuno rileggere questo libro più volte in ogni singolo dettaglio insistendo con i capitoli che non sono a carattere storico, così facendo si può comprendere meglio la struttura di queste pagine sacre, che lentamente entrano in contatto con la ricchezza spirituale che contengono.
Lo scopo di questa recensione, come la Bibbia nel suo insieme, è di raccontare il rapporto di Dio con il suo popolo, privo di errori, grazie all'ispirazione dello Spirito Santo.
Non vi è dubbio che l'autore di questo libro, come l'intero Pentateuco è il grande uomo di Dio chiamato Mosè, anche se qualche frase può essere stata aggiunta in seguito da qualche altro autore ispirato.

giovedì 12 settembre 2013

Introduzione del Levitico

Levitico è il terzo dei cinque libri che compongono la "Legge" di Mosè. Contiene dieci delle cinquantaquattro sezioni che divide il Pentateuco per la lettura annuale della legge nella sinagoga. Gli ebrei lo conoscevano con il nome di Wayyiqra usando la frase iniziale del primo verso: "E lui chiama". Il nome del Levitico è stato adottato dalla traduzione greca dei Septuaginta*, sulla base del fatto che quasi tutti i sacerdoti erano Leviti, cioè, i membri della tribù di Levi.
Il libro è destinato soprattutto ai sacerdoti, da qui l'allusione frequente ad Aronne e ai suoi figli. I Leviti sono menzionati solo in un testo breve (25.32 e seguenti), dal momento che è un manuale per i sacerdoti si evidenzia che molte delle leggi sono preceduti dalla frase: "Parla ai figli d'Israele", questo perché molte di queste leggi, con la mediazione di sacerdoti, sono rivolte direttamente al popolo, così il sacerdote è parte della legge ed ha la grande responsabilità di insegnarla al popolo, (Deteronomio 31.933.10; Neemia 8). Non è quindi un libro esoterico. Solo i sacerdoti erano tenuti a svolgere la loro missione nel servizio del santuario, che è stato molto importante per ogni vero Israelita.

*La versione dei Settanta, settanta furono gli scribi ebrei che tradussero gli scritti in greco.

lunedì 9 settembre 2013

Introduzione alla Genesi

premessa: questa è una mia piccola introduzione, parlare di Genesi può essere un discorso molto più ampio, sia per quanto riguarda il libro sia per l'autore.


Il nome "Genesi" è stato dato al primo libro della Bibbia tradotta dal greco e significa "origine" o "principio", senza alcun titolo prestabilito furono gli ebrei a dare questo nome d'apertura: "In principio", questo era per caratterizzare perfettamente il contenuto del libro, vale a dire, il principio dell'universo, l'inizio dell'uomo, l'inizio del peccato, il principio della salvezza, il principio del popolo ebraico, e così è l'inizio di molti altri eventi e fenomeni che si verificano nella storia del mondo. La Genesi è il primo libro del pentateuco, i cinque libri scritti da Mosè, raffiguranti le simbologie della nostra vita. Ci sono alcuni che non concordano l'attribuzione a Mosè di questi scritti ma non abbiamo fonti valide per dire il contrario. Mosè scrisse questi libri in base alle sue conoscenze su gli usi e costumi e su quello che stava accadendo in quel periodo.

Gen 2.4
Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati.
Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli,


Gen 5.1
Questo è il libro della genealogia di Adamo. Nel giorno che Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio;

Mattia Apostolo del Signore

Nei giorni del tradimento di Giuda bisognava scegliere chi doveva prendere il suo posto.
All'assemblea Pietro propose due nomi, il primo Giuseppe detto Barsabba e il secondo Mattia, i fratelli tirarono a sorte scoprendo che Mattia era destinato ad essere l'apostolo del Signore insieme agli altri undici.
Mattia nasce in Giudea dove comincia le sue predicazioni, per poi finire in Etiopia, si dice che qui fu crocifisso ma si dice anche che fu lapidato e decapitato a Gerusalemme dagli stessi giudei. Segui Gesù e gli altri apostoli dal battesimo di Gesù fino all'Ascensione.

At 1.15-26
In quei giorni, Pietro, alzatosi in mezzo ai fratelli (il numero delle persone riunite era di circa centoventi), disse:
«Fratelli, era necessario che si adempisse la profezia della Scrittura pronunciata dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù. Perché egli era uno di noi e aveva ricevuto la sua parte di questo ministero. Egli dunque acquistò un campo con il salario della sua iniquità; poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre, e tutte le sue interiora si sparsero. Questo è divenuto così noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel campo è stato chiamato nella loro lingua "Acheldama", cioè "campo di sangue". Infatti sta scritto nel libro dei Salmi:"La sua dimora diventi desertae più nessuno abiti in essa"; e:"Il suo incarico lo prenda un altro". Bisogna dunque che tra gli uomini che sono stati in nostra compagnia tutto il tempo che il Signore Gesù visse con noi, a cominciare  dal battesimo di Giovanni fino al giorno che egli, tolto da noi, è stato elevato in cielo, uno diventi testimone con noi della sua risurrezione».
Essi ne presentarono due: Giuseppe, detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e Mattia.  Poi in preghiera dissero: «Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, indicaci quale di questi due hai scelto per prendere in questo ministero apostolico il posto che Giuda ha abbandonato per andarsene al suo luogo». Tirarono quindi a sorte, e la sorte cadde su Mattia, che fu incluso tra gli undici apostoli.

mercoledì 4 settembre 2013

Il giusto vivrà di fede


Mc 11.23-26
In verità io vi dico che chi dirà a questo monte: "Togliti di là e gettati nel mare", se non dubita in cuor suo, ma crede che quel che dice avverrà, gli sarà fatto. Perciò vi dico: tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate; affinché il Padre vostro, che è nei cieli, vi perdoni le vostre colpe. 26 [Ma se voi non perdonate, neppure il Padre vostro che è nei cieli perdonerà le vostre colpe.]»

Senza fede è impossibile piacere a Dio, come è scritto che il giusto vivrà per fede, e se indietreggia, la sua anima non si compiacerà in Lui.
Il testo di Marco dice che dobbiamo avere fede in Dio, ma è necessario cercare la sua giustizia e perdonare coloro che ci fanno del male, non possiamo ottenere nulla senza cercare il Regno di Dio e la sua giustizia, Dio vuole che lo accettiamo e noi dobbiamo credere in Lui e nella sua fedeltà, senza nessun dubbio nel cuore, così Lui può soddisfare le nostre richieste.

L'apostolo Paolo scrive:

Ro 1.17
poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com'è scritto: «Il giusto per fede vivrà.

Ga 3.11
E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede.

Avere fede in Dio, credere che Egli esiste e ascoltare la sua Parola, è ciò che ci fa vivere e adorare il Signore in mezzo al deserto, le valli e in tutte le circostanze della nostra vita, perché siamo certi che confidando in Lui il pianto può durare per una notte ma con l'alba ci sarà la gioia.
Con la fede le cose che non esistono, possono esistere, la Bibbia dice che tutto è possibile per quelli che credono!

Mt 17.20
Gesù rispose loro: A causa della vostra poca fede; perché in verità io vi dico: se avete fede quanto u n granello di senape, potrete dire a questo monte: "Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile.

La fede è un dono dello Spirito Santo che per mezzo di esso ha poteri divini.

1 Co 12.7-11
Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune. Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito;a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.

Gesù compì molti miracoli vedendo che la gente aveva la fede in Lui, troviamo diverse citazioni di quei tempi come per esempio:

 Mt 9.22
Gesù si voltò, la vide, e disse: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell'ora la donna fu guarita.
Bisogna meditare sulle promesse di Dio, credere e non lasciare che il dubbio penetri nel cuore, in tutte le difficoltà che possiamo incontrare nella vita Dio ci può dare la strategia per vincere, per saltare l'ostacolo ed essere vittoriosi .
Perché per Dio nulla è impossibile

Lc 1.37
poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace.

domenica 1 settembre 2013

Come Dio si rivela


Dio si è rivelato sette volte

Attraverso la natura:

Sal 19.1-6
I cieli raccontano la gloria di Dio
e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani.
Un giorno rivolge parole all'altro,
una notte comunica conoscenza all'altra.
Non hanno favella, né parole;
la loro voce non s'ode,
ma il loro suono si diffonde per tutta la terra,
i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo.
Là, Dio ha posto una tenda per il sole,
ed esso è simile a uno sposo ch'esce dalla sua camera nuziale;
gioisce come un prode lieto di percorrere la sua via.
Egli esce da una estremità dei cieli,
e il suo giro arriva fino all'altra estremità;
nulla sfugge al suo calore.

 Ro 1.19-23
poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

Attraverso la provvidenza:

Gen 48.15
Benedisse Giuseppe e disse: «Il Dio alla cui presenza camminarono i miei padri Abraamo e Isacco, il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto fino a questo giorno,

Gen 50.20
Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso.

 Ro 8.28
Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.

Sal 57.2
 Io invocherò Dio, l'Altissimo, Dio che agisce in mio favore.

Ger 30.11
Infatti io sono con te, dice il SIGNORE, per salvarti. Io annienterò tutte le nazioni fra le quali ti ho disperso, ma non annienterò te; però, ti castigherò con giusta misura e non ti lascerò del tutto impunito.

Is 54.17
Nessuna arma fabbricata contro di te riuscirà; ogni lingua che sorgerà in giudizio contro di te, tu la condannerai. Questa è l'eredità dei servi del SIGNORE, la giusta ricompensa che verrà loro da me, dice il SIGNORE.

Attraverso Conservazione:

Col 1.17
Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.

Eb 1.3
Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi.

At 17
25 e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa.
28 Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: "Poiché siamo anche sua discendenza".

Attraverso i miracoli:

Eso 4.1-9
Mosè rispose e disse: «Ma ecco, essi non mi crederanno e non ubbidiranno alla mia voce, perché diranno: "Il SIGNORE non ti è apparso"». Il SIGNORE gli disse: «Che cos'è quello che hai in mano?» Egli rispose: «Un bastone». Il SIGNORE disse: «Gettalo a terra». Egli lo gettò a terra ed esso diventò un serpente; Mosè fuggì davanti a quello. Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Stendi la tua mano e prendilo per la coda». Egli stese la mano, lo prese ed esso ritornò un bastone nella sua mano. «Farai questo», disse il SIGNORE, «affinché credano che il SIGNORE, il Dio dei loro padri, il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe ti è apparso». Il SIGNORE gli disse ancora: «Mettiti la mano nel petto». Egli si mise la mano nel petto; e, quando la tirò fuori, ecco che la mano era lebbrosa, bianca come la neve. Il SIGNORE gli disse: «Rimettiti la mano nel petto». Egli si rimise la mano nel petto; e, quando la tirò fuori, ecco che era ritornata come il resto della sua carne. «Avverrà», disse il SIGNORE, «che, se non ti crederanno e non daranno ascolto alla testimonianza del primo segno, crederanno a quella del secondo segno. Se non crederanno neppure a questi due segni e non ubbidiranno alla tua voce, tu prenderai dell'acqua del Fiume, la verserai sull'asciutto, e l'acqua che avrai presa dal Fiume diventerà sangue sull'asciutto».

Attraverso la comunicazione diretta:

nu 12.8
Con lui io parlo a tu per tu, con chiarezza, e non per via di enigmi; egli vede la sembianza del SIGNORE. Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?


De 34.10
Non c'è mai più stato in Israele un profeta simile a Mosè, con il quale il SIGNORE abbia trattato faccia a faccia.

Attraverso l'Incarnazione:

Eb 1.1
Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti,

Gv 8.26
Ho molte cose da dire e da giudicare sul conto vostro; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udite da lui, le dico al mondo.

Gv 15.15
Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.

Attraverso le Scritture:

La Bibbia è la rivelazione scritta di Dio e come tale ricopre cinque aspetti importanti:

-Lei è varia:
La Bibbia varia nei suoi temi e si estende su ciò che è dottrinale, devozionale, storico, profetico e pratico.

-Lei è parziale:
De 29.29
Le cose occulte appartengono al SIGNORE nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge.

-Lei è completa:
In quello che è già stato rivelato
Col 2.9-10
perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza;

-Lei è progressiva:
Mc 4.28
La terra da se stessa porta frutto: prima l'erba, poi la spiga, poi nella spiga il grano ben formato.

-Lei è definitiva:
Gd 3
Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre.

mercoledì 28 agosto 2013

Il mondo ha bisogno di più amore


Il compito più importante per una chiesa è diffondere amore.
Oggi la chiesa nella società di questo mondo è una delle tante istituzioni con la grande responsabilità di radunare uomini per un fine comune, il fine della chiesa è quello di preparare l'uomo affinché possa essere salvato nel regno dei cieli.

At 11.26
Essi parteciparono per un anno intero alle riunioni della chiesa, e istruirono un gran numero di persone; ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.

Senza amore non si può fare niente, in aggiunta alla parola amore c'è la coerenza e determinazione.
Un uomo giunge in chiesa perché ha concretizzato l'idea che può essere salvato, ed è compito fondamentale della chiesa prendersi cura di lui e seguirlo affinché possa amare sempre più il Signore e non voltarsi più indietro per le strade della perdizione. La chiesa indica la strada e l'uomo può seguirla solo ricevendo amore perché solo cosi può farne tesoro e restituirlo a sua volta.
E' Dio per primo che ci insegna amore:

Mt 5.43-45
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Il mondo oggi soffre una grande carenza d'amore, si è presi da una vita frenetica, futile e superficiale, dimenticando i valori essenziali che il Padre Nostro ci ha rivelato, sappiamo bene che tutti gli uomini possono fallire ed è per questo che la chiesa esiste, per portare avanti con amore l'opera di Gesù.

Gen 12.16
Questi fece del bene ad Abramo per amore di lei e Abramo ebbe pecore, buoi, asini, servi, serve, asine e cammelli.

Per essere più corretti sulla parola chiesa, la Parola di Dio ci insegna che noi siamo la chiesa, noi stessi siamo il tempio di Dio, siamo noi donatori d'amore, gli uni verso gli altri.

1Co 3.16
Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo spirito di Dio abita in voi?

Dio ci ha dato amore, noi dobbiamo dare amore al mondo.

1Gv 3.16
Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.

giovedì 22 agosto 2013

Analogia ed Esperienza

-Analogia:
Gli animali esprimono con i loro versi i diversi sentimenti, questo tipo di comunicazione avviene per istinto naturale e non è razionale.
Nell'uomo c'è una comunicazione più razionale, qualcosa di più espressivo che con le parole comunica con altri i suoi pensieri e sentimenti, per analogia, qui può esserci anche una rivelazione diretta tra l'uomo e Dio.
Dal momento che l'uomo è stato creato a Sua immagine, è naturale supporre che Dio vuole una relazione personale con le sue creature razionali.
Gn 3.8-9
Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino.
Dio il SIGNORE chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?»


-Esperienza:
L'uomo non è in grado di sapere con la propria forza:
a) Che ha bisogno di essere salvato.
b) Che può essere salvato.
c) Come può essere salvato.
d) E se ha la salvezza.
Solo la rivelazione può svelare questi misteri eterni. L'esperienza dell'uomo ha dimostrato che la tendenza della natura umana è degenerata e il suo cammino verso l'Alto è solo quando c'è una comunicazione diretta con Dio.
At 9.3-6
E durante il viaggio, mentre si avvicinava a Damasco, avvenne che, d'improvviso, sfolgorò intorno a lui una luce dal cielo e, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» Egli domandò: «Chi sei, Signore?» E il Signore: «Io sono Gesù, che tu perseguiti. Alzati,  entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

mercoledì 21 agosto 2013

Idolatria

In una cittadina di campagna viveva un uomo molto malato, lui credeva che Dio lo avrebbe guarito.
Un giorno, un amico gli fece visita e gli disse che in città era arrivata una santa e poteva approfittare per essere guarito gratuitamente, egli rispose che non l'avrebbe fatto perché non ci credeva, solo Dio creatore del cielo e della terra avrebbe potuto farlo.
Dopo qualche giorno l'amico gli fece visita di nuovo e gli rinnovò l'invito e l'uomo accetto ma con la condizione che prendeva il suo cane  per attaccarlo alla veranda per prendersi cura della casa fino al suo ritorno.
E cosi fece, prese un enorme cane di gesso dal suo giardino e lo attacco con una corda alla veranda della sua casa.
L'amico vedendo questo ne fu sorpreso e gli chiese come un cane di gesso si sarebbe preso cura della sua casa, e lui rispose che anche lui era sorpreso di come una statua di gesso lavorata dall'uomo avrebbe potuto guarirlo, l'amico non sapeva cosa dire e si allontanò, ma certamente con una nuova convinzione circa la grande verità descritto nella Parola di Dio, che vi è un solo mediatore tra Dio e l'uomo e che è Gesù.

Es 20.4-5
Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano.

Lv 19.4
Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di metallo fuso. Io sono il Signore, vostro Dio.

mercoledì 14 agosto 2013

La Rivelazione


Nello studio biblico la Rivelazione è il mezzo di comunicazione usato da Dio per comunicare all'uomo i fatti, la verità, la legge divina. La Bibbia è la parola di Dio, scritture che la ragione umana non percepisce ancora del tutto.
E' Dio che comunica la verità all'uomo.

I Co 2.10
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; perché lo Spirito investica ogni cosa, anche le cose profonde di Dio

Il diavolo è stato il primo a mettere in discussione l'esistenza della rivelazione:

Gn 3.1
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».

la Sacra Bibbia è la parola di Dio rivelata all'uomo. Oggi, se si desidera conoscere la volontà di Dio, si deve leggere la Bibbia.