Il suo nome deriva dalla traduzione greca dei Settanta Deuteronomion, che significa "seconda legge" o "legge ripetuta", il libro contiene i discorsi di Mosè diretti al popolo, prima di entrare nella Terra Promessa. Il titolo è comprovato dalle parole del cap. 17 e 18, e l'inclusione della "legge" nei cap. 5 e 26, relativi alla vita religiosa, sociale e civile del popolo.
In contrasto con i precetti minuziosi narrati nell'Esodo, Levitico e Numeri riguardanti il culto nel tabernacolo e altre questioni relative alla formazione dei sacerdoti e dei leviti , le parole del Deuteronomio sono rivolte a tutti i membri della congregazione. In termini di facile comprensione questo libro annuncia a tutti gli israeliti che Dio è buono.
Nel Deteronomio i discorsi di Mosè sono spiegati in dettaglio sul tempo e nei luoghi (1.1-5, 3.29, 4.46, 29.1). Questi discorsi sono stati diretti alla folla riunita nel paese montagnoso di Moab, sullo sfondo dei campi verdeggianti e pascoli in lontananza della pianura del Giordano. Doveva essere un viaggio di 11 giorni da Horeb (1.2), ma i figli d'Israele vagarono nel deserto per 40 anni (1.3) sforzandosi di aprire una strada ad est del Giordano, il territorio ora occupato dalle tribù di Ruben, Gad e la mezza tribù di Manasse. In uno dei periodi più critici della loro storia, hanno dovuto confrontarsi con nuovi e terrificanti nemici ed essere soggetti a dure prove, ora sotto la direzione di un nuovo capo. Mosè, messo in guardia da Dio della sua morte vicina, radunò il popolo per ricordargli delle grazie del Signore, lo incoraggiò nella fede e nell'obbedienza, mettendolo in guardia contro l'idolatria di falsi dei, lo consigliò di fuggire dal peccato ed infine in un finale commovente diede una benedizione d'addio. Prima, però, ripete il Decalogo che aveva ricevuto "attraverso il fuoco" (5.4) ed espone il suo significato (capitoli 5-11). Poi riassume le leggi ricevute più volte, alcune risalenti al tempo dei patriarchi, rivelatasi durante il soggiorno in Horeb ed altre ancora dettate dal Signore, di volta in volta, per adattarsi alle diverse situazioni ma ora con un nuovo volto prima di entrare nella Terra Promessa. La migliore sintesi di queste leggi le troviamo poi in Luca 10.27-28.
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