domenica 7 giugno 2015

L'esperienza di Elifaz

Elifaz affermò di avere ricevuto saggezza attraverso una speciale rivelazione di Dio (Giobbe 4.12-16), e che avrebbe imparato molto attraverso l'esperienza personale (Giobbe 4:8). La sua tesi era che la sofferenza era il risultato diretto del peccato, quindi la sofferenza di Giobbe terminava nel momento in cui il suo peccato fosse stato confessato. Elifaz vedeva la sofferenza come punizione divina, che doveva essere ben accolta, al fine di portare una persona alla riconciliazione con Dio. In alcuni casi, naturalmente, questo poteva essere vero (Galati 6:7-8) ma non era il caso di Giobbe. Anche se a riguardo si sono fatti molti commenti positivi e veri, Elifaz fece tre deduzioni sbagliate. (1) Chi è buono ed innocente non soffre. (2) Chi è nella sofferenza sono puniti per i loro peccati passati. (3) Per questa sofferenza, Giobbe aveva fatto un errore, agli occhi di Dio. Una parte di ciò che aveva detto Elifaz era vera, ed un’altra parte era falsa. E’ verità, quando coloro che promuovono il peccato e causano problemi saranno eventualmente puniti; ed è falso che una qualsiasi persona buona ed innocente mai potrebbe soffrire. Tutto ciò che è scritto nella Bibbia c'è per volontà di Dio, una parte di essa sono citazioni di quello che alcune persone hanno detto e fatto, ma non sempre sono esempi da seguire. I peccati, le sconfitte, i cattivi pensieri e i concetti sbagliati su Dio sono tutti scritti sulla sua divina Parola, questi vi sono non per seguirne l’esempio ma la Bibbia fornisce insegnamenti ed esempi di ciò che dobbiamo fare e ciò che si dovrebbe evitare di fare come i falsi giudizi sulle persone in base alle nostre esperienze.

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