martedì 10 settembre 2013

Introduzione all'Esodo

Il secondo libro di Mosè è chiamato Esodo, dal greco éksodos, composto di éksó "fuori" e hodós "strada", cioè" uscita", è il libro del viaggio, del passaggio, è Il riscatto dell'uomo da una condizione di infelicità e di peccato, descrive come Dio ha tirato fuori i figli d'Israele dalla schiavitù in Egitto e si capisce bene che il Redentore non solo liberò il suo popolo dalla schiavitù , ma li mette anche in una condizione di salvezza e di libertà d'animo. L'inizio del libro descrive, quindi, la grande liberazione del popolo di Dio, che si conclude con la Pasqua e annuncia la più grande redenzione operata sul calvario.
Il libro dell'Esodo racconta dell'alleanza che Dio fece sul Monte Sinai, cioè dove Dio dichiara che Israele è il suo popolo, dando loro i Dieci Comandamenti, e Israele accetta Geova come loro Dio, impegnandosi a obbedirgli. Questo concetto è stato il fondamento della loro esistenza nazionale, (1Corinzi 11.25, Ebrei 8.6-13), qui nasce il concetto di chiesa, è la storia della creazione del tabernacolo e del suo culto per creare un rapporto di comunione tra il popolo liberato e Dio, (Ebrei 8.5, 9.1-11, ) .
Nei riferimenti nel Nuovo Testamento si nota con certezza che Cristo è il "compimento" di questo libro. Nei miracoli compiuti vediamo i segni dell'operazione divina (Giovanni 2.11), nel patto del Sinai vediamo l'aspetto della nuova alleanza e al culto del tabernacolo vediamo un'ombra dei beni futuri (Ebrei 10.1).
I cinque libri del pentateuco sono legati gli uni agli altri e l'Esodo è il continuo della Genesi, con la differenza che mentre il primo libro è costituito da narrazioni patriarcali e autobiografie, nel secondo libro, abbiamo la manifestazione della potenza di Dio nella liberazione del suo popolo e la loro nascita come nazione.

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