giovedì 17 ottobre 2013

L'Opinione di Paolo sul matrimonio

1Corinzi 7

L'apostolo Paolo risponde alle domande sollevate dalla chiesa di Corinto.
La prima riguarda il matrimonio e gli obblighi reciproci di marito e moglie. Lui afferma chiaramente che è bene che un uomo non tocchi la donna (1° versetto). Per lui, la comunione in Cristo con gli altri credenti soddisfa pienamente il bisogno umano di compagnia, che il matrimonio normalmente soddisfa, egli, infatti, è più che soddisfatto, perché per l'apostolo cristiano o spirituale la comunione è ancora più profonda del matrimonio. Tuttavia, si riconosce che a causa della tentazione di immoralità (2° versetto), come una città pagana che era Corinto, vi erano forti ragioni per cui i loro sentimenti personali in questa materia erano poco attendibili. Paolo, qui, non fa un concetto meno degno di matrimonio, sta scrivendo su una realtà di uno stato di cose già esistenti, quello che dice dovrebbe essere interpretato all'interno di queste realtà.
Paolo così da consulenze e consigli sul matrimonio.
Un uomo e una donna legati dal matrimonio, hanno il dovere di provvedere alle necessità dell'uno e dell'altra, una falsa spiritualità può effettivamente dare a Satana la possibilità di prendere l'uno o l'altra nel peccato, (6)"Ma questo dico per concessione, non per comando", questa è una sua opinione personale, non dettata dallo Spirito Santo, ma il suo suggerimento che gli uomini e le donne si possono sposare ma non deve essere visto come un ordine ma solo come un permesso.
Il suo vero desiderio è dichiarato nel versetto 7, ma anche qui si nota che uomini e donne hanno diverse abilità e doni, in modo che sarebbe stato l'ultimo a giudicare un fratello o insinuare la sua superiorità.
 (9)"perché è meglio sposarsi che ardere", l'apostolo qui dichiara i gradi della morale cristiana, è meglio sposarsi, ma stando soli la persona può dedicarsi interamente a Cristo, perciò i teologi cattolici hanno elaborato la teoria dei due tipi di cristiani, vale a dire, un primo modello comune a tutti, cioè per tutti coloro che contraggono matrimonio e un altro per tutti coloro che rimangono soli, da qui nasce il sistema monastico. Il punto di vista del cristianesimo evangelico preferisce non fare questa distinzione, perché conduce inevitabilmente alla convinzione che il "religioso" acquisisce i meriti, il che è contrario al principio fondamentale della salvezza come intesa dagli evangelici.
Pur non negando che il sistema monastico ha portato alcuni dei suoi membri ad un alto grado di santità e realizzando opere ammirevoli per Cristo, l'opinione evangelica è questa, cioè che il sistema scorre verso il lato opposto, il fatto che la Chiesa romana insegna chiaramente i meriti del monachesimo sembra giustificare il giudizio evangelico sulla questione, anche se Paolo ci dice che una certa linea d'azione è superiore ad altri spiritualmente, dobbiamo solo evitare la sistematizzazione e istituti per la formazione di persone "superiori".

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